domenica 4 ottobre 2015

Come si scrive una buona recensione?



Bene, oggi faccio uno schema, diciamo prendendo molto spunto dal post QUI del blog LETTERE MATTE.



COME SI FA UNA RECENSIONE?

Cominciamo col dire che fare una recensione è tutt'altro che una cosa nuova: ascoltiamo e facciamo decine di recensioni tutti i giorni, ne siamo circondati, dove c’è una bocca c’è una recensione. Fateci caso, è praticamente impossibile non imbattersi in quello che al bar ci racconta il posticipo di calcio, nell’amico che ci dice come è andata la serata con la sua nuova fiamma, nel collega che ci parla del film che ha visto ieri, nella fidanzata che si pavoneggia di aver appreso una nuova ricetta e ci racconta le sue gesta in cucina.


Lo scopo di questa azione non è solo informare l’interlocutore, ma anche creare interesse e curiosità. Il termine “recensione” arriva dal latino e significa “riflettere”. Ecco, è qui che sta il bello del recensire: chi è in grado di far riflettere gli altri ha un dono enorme. Sì, un dono enorme, e non sto parlando solo di quel giornalista che il venerdì scrive su Repubblica a proposito del libro tal dei tali e che  riesce (in alcuni casi) a fare il bello e il cattivo tempo del romanzo in questione. Essere in grado di formulare un pensiero capace di catturare attenzione, e addirittura di generare riflessione, è una conquista umana e sociale eccezionale.Tutti fanno recensioni, ma pochi riescono a incuriosirci, perché? Perché recensire non è solo parlare a proposito di qualcosa, non è far sciamare idee, vocaboli e ricordi confusi fuori dalle labbra, ma comunicare in modo ordinato avendo idea di ciò che si dice.Uno dei migliori recensori è il libraio: quante volte costui è riuscito a vendervi un libro di cui non avete mai sentito parlare, magari tutt’altra cosa rispetto all’idea di acquisto che avevate quando siete entrati in negozio?

Egli, quando vi propone un testo, vi fa riflettere a proposito del libro stesso e se è bravo vi convince e vi lascia col volume nelle mani, pronto per essere pennato alla cassa.Ma come fa? Parla della trama per sommi capi, senza raccontarvi troppo (potrebbe togliervi la sorpresa) o troppo poco (lui sa che non avete letto ciò che sta cercando di appiopparvi e non dà nulla per scontato- neanche se si tratta di un autore strafamoso), cercando di non fare una messa, di non essere noioso. Poi passa ad un giudizio personale, magari paragonando il testo con quelli dello stesso autore o di altri. Infine vi dice il prezzo e, in caso, l’editore.Il libraio ha fatto una recensione orale che, tuttavia, non è troppo diversa da una recensione scritta.Ora entriamo più nel dettaglio a proposito della recensione scritta di un libro. Una buona recensione contiene: 

IL BLOCCHETTO: ovvero una scheda sintetica nella quale vengono riportati i dati relativi al libro (titolo, autore, editore, numero di pagine, prezzo di copertina, anno di pubblicazione). Il blocchetto può essere inserito all’inizio o alla fine dell’articolo.

UNA PARTE INFORMATIVA che, senza svelare troppo, riporta in sintesi notizie sulla trama. Non è un riassunto, ma un rivelare per sommi capi. In questa parte il recensore potrebbe anche decidere di inserire informazioni riguardo l’autore.

UNA PARTE VALUTATIVA nella quale il recensore esprime il suo giudizio a proposito del libro, magari elogiando lo stile, l’atmosfera che l’autore è riuscito a imprimere, il linguaggio, la caratterizzazione spettacolare dei personaggi… ovviamente non per forza bisogna affermare che il libro che abbiamo letto è un capolavoro, una stroncatura ogni tanto ci sta. Cosa va in questo romanzo? O cosa non va? Abbiamo detto che uno dei motivi per cui il libraio riesce ad appiopparvi il libro sta nella descrizione frizzante che riesce a formulare.

Similmente, anche voi dovreste cercare di fare in modo di non fare appisolare chi legge il vostro articolo. Come si fa? Beh, ecco come aggiungere un po’ di sale (o meglio, come togliere quello sgradevole retrogusto alla camomilla): 

EVITARE LE RIPETIZIONI tipo “questo libro è ambientato nella Francia della seconda guerra mondiale. La Francia ai tempi della seconda guerra mondiale era alleata con…”.

ESSERE SINTETICI, ovvero decidere cosa è e cosa non è fondamentale, esporre unicamente il fondamentale e in poche parole.

INSERIRE QUALCHE FRASE INTERROGATIVA tiene viva l’attenzione e rappresenta uno scambio con chi legge, facendolo sentire più coinvolto. Non che la vostra recensione debba essere butterata di punti interrogativi, ma qualcuno può far comodo.

PROPORRE UN LINGUAGGIO SEMPLICE, frizzante e ben curato e, come fosse il morbo della mucca pazza, stare alla larga dal banale e dai luoghi comuni.  

ELIMINARE LE OSSERVAZIONI INUTILI. Dire che un libro è bello è dir niente… quanti milioni di libri belli ci sono? Meglio dire perché ci è piaciuto, cosa lo rende diverso – o migliore – degli altri.

MEGLIO SCRIVERE AL TEMPO PRESENTE, è più vivo e veloce rispetto agli altri tempi verbali.


NON RACCONTARE IL FINALE. Che gusto c’è nel leggere un romanzo quando sai già come va a finire?


  Bene, diciamo che ora gli spunti ci sono tutti. Io ringrazio e cito di nuovo la FONTE


Ovviamente io cercherò di personalizzarla al meglio, inserendoci la COVER ORINALE, la SINOSSI, e nel BLOCCHETTO aggiungere la serie ecc... insomma vedrete!

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