sabato 10 ottobre 2015

L'Angelo custode

l' a n g e l o    c u s t o d e


Se ne stava su quel muretto e La guardava, che si toccava i capelli, incerta. C'erano circa 20 metri di distanza ma i suoi occhi non avevano mai guardato a fondo una cosa così bene. Sembrava che fosse stata messa lì, apposta per lui. In modo che il sole illuminasse la sua pelle di alabastro, candida e morbida.
Non voleva che lei si accorgesse della sua presenza, sarebbe stata la fine. Non si sarebbero mai parlati, toccati, amati. Semplicemente non potevano. Voleva lasciarla andare, voleva che fosse libera, ma l'esistenza umana era così fragile e imprevedibile che doveva costringersi a starle vicina senza che lei lo sapesse. Funzionava così, gli angeli semplicemente non avevano il permesso di vivere una vita umana. Erano angeli. Lui doveva sorvegliare su di lei. A costo della propria vita. E sarebbe stato sempre così. Non c'erano scappatoie.


Vidhya Meoni 

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