mercoledì 18 novembre 2015

TUTTO, MA NON IL MIO TAILLEUR by Cecile Bertod RECENSIONE

Buon pomeriggio, eccomi di nuovo qui, pronta con una nuova recensione.
Sto parlando di TUTTO, MA NON IL MIO TAILLEUR di Cecile Bertod. Un capolavoro della spassosissima Cecile, di cui spero abbiate letto almeno uno dei suoi libri. Al momento io sono a quota quattro e mi divertono ogni volta sempre di più.

Sì, sono in una situazione da lettura compulsiva ma che ci volete fare, capita quando hai per le mani mille titoli e ti perdi nella scelta.



Ringrazio il blog Crazy For Romance





TITOLO:  Tutto, ma non il mio Tailleur
AUTORE: Cecile Bertod
SERIE:
 

SERIE TUTTO MA NON IL MIO TAILLEUR

#0.5 NESSUNO, TRANNE TE, Dicembre 2015
#1 TUTTO, MA NON IL MIO TAILLEUR, 2016


GENERE:  Romace
CASA EDITRICE:  Newton Compton Editori
DATA USCITA:  Dicembre 2015
PAGINE: 
PREZZO: 

SINOSSI:



Tre parole per descrivermi? 
Realizzata. 
Professionale. 
Consapevole". 
Trudy è a un passo dal realizzare tutti i suoi sogni. Ha finalmente la vita che ha sempre desiderato: un lavoro stabile, una carriera promettente, una promozione dietro l’angolo e un anello di fidanzamento al dito che vale una fortuna. Horace è il giusto completamento di uno stile di vita frenetico, iperattivo, sovraeccitato dalle sfide continue di un lavoro che ama e che ha messo ormai da anni al primo posto tra le sue priorità. Come lei, ambisce a raggiungere una posizione di successo e dedica gran parte del suo tempo alla sua carriera da avvocato. Per entrambi non c’è spazio per le frivolezze, ma solo per la stabilità di un rapporto maturo destinato a… a distruggersi a pochi giorni dal matrimonio. Già, perché mentre tutto sembra muovere verso un lieto coronamento di aspettative, detratte le spese del Wedding Planner e del mutuo a tasso fisso dell’appartamentino al centro, accade qualcosa che manda tutto in frantumi e Trudy, dal nulla, si vede costretta ad abbandonare tutto ciò che le è più caro per ritrovarsi confinata in uno sperdutissimo paesino della Scozia, scelta come direttrice di una filiale sull’orlo della bancarotta. La scoperta è traumatica, l’arrivo disastroso, il blando tentativo di ambientarsi totalmente inutile. Niente lavanderia a gettoni, niente smog, niente metropolitana, niente connessione wi-fii. Insomma un inferno. Per non parlare dell’appartamento. No, ok, parliamone! Aveva organizzato ogni cosa fin nei minimi dettagli: colf, connessione, allaccio del gas. Tutto pronto, perfetto, impeccabile, ma quando arriva saltano le tubature e si trova costretta ad accettare l’ospitalità di uno di quei perdigiorno del pub, il barista raggae che aveva provato ad abbordarla appena arrivata. Uno di quei tizi con la fissa per gli addominali e i bibitoni iperenergetici da pompaggio bicipiti indiscriminato. Il destino, si sa, a volte sa essere crudele ma con lei, davvero, sbizzarrisce tutto il suo senso dell’umorismo perché Ethan è proprio… Ecco, lui… Lui è così… No, perché lui… E ritengo necessario stendere un velo pietoso sul suo indecoroso stile di vita. Illudere tutte quelle ragazzine isteriche è oltremodo indegno. Non che a lei interessi. No, per carità. Era giusto così, per mettere i puntini sulle i. E’ un po’ tutto in generale: non si trova modo di scappare via da quel manicomio a cielo aperto, dalla sede centrale tardano ad arrivare i soccorsi, in più quella stupida lavatrice continua a fare bizze! Ci sta tutta che uno perda per un attimo il senno e che magari si lasci trasportare dall’isteria momentanea. Ma era… Ma quella a telefono sembrava proprio… E così perdi per un attimo il contatto con la realtà, inizi a pestare l’elettrodomestico ammutinato e ti ritrovi non si sa come né perché al piano sbagliato, ma soprattutto nel letto sbagliato, con la persona sbagliata e… E tutto si complica inesorabilmente. Niente, è una storia davvero incasinata. Per non parlare dell’affollamento improvviso e inaspettato di pretendenti sul tappetino dell’ingresso. Mai visto niente del genere da quando si era comprata quel vestitino rosso per la festa dei diciott’anni, giuro! Beh, non voglio anticiparvi altro. Male che vada, se siete ancora indecisi, cliccate su “anteprima” e date un’occhiata all’inizio della storia. Un unico avviso: i personaggi di questo libro sono tutti particolarmente suscettibili e, come direbbe mia madre, “caratteriali”, che ho sempre sospettato nascondesse aggettivi molto meno diplomatici, anche se non ne ho mai avuto una piena conferma.
Altro? Ah, sì, grazie a tutte le persone che mi hanno permesso di arrivare alla fine di questo libro senza impazzire e grazie a tutti quelli che lo leggeranno, a prescindere da qualsiasi sia la valutazione finale e un grazie di cuore a Patty per la sua prefazione.







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Iniziamo con il dire che io adoro Cecile, una bravissima scrittrice. Io l'ho conosciuta con Wife With Benefits e inizialmente pensavo si trattasse di una scrittrice straniera e invece.. Sopresa! Quella lettura mi è rimasta nel cuore, ma non disdegno nessun'altro suo manoscritto.


La storia di Trudy è simile a quella di mille donne di oggi, e possiamo dire che ne ho letti di trasferimenti in cittadine serdute e bla bla, risanare un'attività in crisi, ma ragazzi parliamo di Cecile Bertod, impossibile non innamorarsi del romanzo grazie alla sua penna ironica e anche interessante.

Trudy Watts è una giovane 'signorina' in carriera, una delle menti più brillanti della Banca “Wilbourgh & Trench” a Londra, in procinto di sposarsi con il brillante avvocato Horace e alle prese con gli estenuanti preparativi circondata da madre, zia e suocera e sorella della suocera. Insomma tutti al completo!


La sua relazione con Horace è puramente rigida, in cui la base solida che li tiene uniti da sei anni è il controllo meticoloso delle loro emozioni senza eccessi. Questo li rende perfettamente equilibrati sul piano mentale e fisico... Tutto finché Trudy non sente delle frasi sconllegate e poco conosone uscire dalla bocca del suo amato fidanzato, chino sulla scrivania... con la sua cliente! Guarda caso era una donna sfortunata e in cerca di rifugio e quale posto migliore delle brache di un uomo impegnato!


Così, sì… Sei la mia porcellina!”Mmm… Dimmelo ancora. Dimmi che sono la tua porcellina”.Sei la mia porcellina! Sei la mia piccola porcellina viziosa!”


Allora Trudy colpita da un raptus accetta il posto vacante di direttrice della banca nella filiale di Turriff, posto desolato in Scozia.
Ma non sa ancora che sarà il suo trampolino di lancio per una vita diversa ma molto più soddisfacente.

All'inizio non viene vista di buon occhio, in fondo si tratta di una forestiera pronta a rivoluzionare cosa c'è da rinnovare in quel paese poco sviluppato con abitanti più inclini alla baldoria che al ligio lavoro.

Ad accoglierla sono tre cose che Trudy spera di doversene dimenticare. Per lo meno su due viene ascoltata, difficile sulla terza.
L'agente immobiliare incapace che la porta sotto un acquazzone (seconda cosa) per vedere una fetida casa e poi chiede aiuto a Ethan Owen. La sua disgrazia, colui che non si scrollerà facilmente, specie se è una barista reggae con strani capelli e magliette discutibili, ma Ethan è così, è attraente, spiritoso e di certo non si fa abbattere dalla testardaggine di Trudy.

«Trudy», mormora quando mi allontano da lui per risalire lentamente i pochi gradini che portano al piano di sopra.«Dimmi» e mi fermo accanto alla ringhiera.«Ti va di venire da me?»«Ethan, ne abbiamo già parlato, lo sai. Tra un mese…»«Dovrai andartene per forza?»«Non… Non per forza. Nel senso… Se la filiale resta aperta, immagino avranno bisogno di un direttore, ma non credo che…»«Allora riparliamone tra un mese, no?»«E nel frattempo cosa facciamo?»«Ci proviamo».Non si avvicina. Aspetta pazientemente una risposta, ma ormai lo conosco e mi basta un suo sguardo per capire quale sforzo sovrumano stia facendo perrestarsene tranquillo lì, al suo posto, fingendosi la riservatezza fatta persona.«Ethan…»«Di’ di sì», prendendomi tra le braccia. «Di’ solo di sì», ripete in un sussurro, chinandosi sulle mie labbra.

Così tra spassose conversazioni, personaggi improbabili vedremo la giovane Trudy cambiare piano piano il suo stile di vita per adattarsi a Turriff, e il guaio è che le riesce bene e si diverte!

«Sono veramente, veramente orgoglioso di nominare Re e Regina delle Zucche con votazione quasi unanime» e rivolge un sorriso ai giurati: cinque mummieinfiocchettate sedute a bordo palco. «Il signor Ethan Owen e la signorina Trudy Watts!»Dio, perché mi hai abbandonata?La folla si scatena. Applausi, incitazioni, grida sguaiate. Dal palco ci indicano e un faro ci investe in pieno, rendendo impossibile non notarci tra la folla. Appena sento tutti gli occhi puntati su di me, salto in avanti sfuggendo al suo abbraccio e mi ritrovo a guardarmi intorno bianca come un cencio, incapace di emettere anche il più flebile dei sospiri. Ethan, che lo dico a fare?, ride come un matto. Praticamente piegato in due, con le lacrime agli occhi, ringrazia sbocconcellando frasi senza senso. Quando riesce a riprendere fiato, mi prende per mano e mi accompagna sul palco, mormorandomi cose a caso, tipo: “Ok, cerca di non sentirti male”. “Tranquilla, cinque minuti ed è finito tutto”.Carogna! Lo sa che sto per dare di matto.Il peggiore dei miei incubi si avvera: imbambolata, illuminata dai riflettori, vengo circondata da un nugolo di mucche vestite da vallette che mi mettono intesta la più orribile, ridicola, stupida corona vegetale che abbia mai visto. La mia testa è troppo piccina, così non riesce neanche a star su dritta da sola e continua a ricadermi giù sulla fronte, costringendomi a tenerla con una mano. Ethan è nel suo! Acclamato dalla folla si sente perfettamente a suo agio. Ringrazia le vallette, ringrazia il sindaco, scherza, pacche sulla spalla, si fa mettere la corona. Dico io, uno, un schifosissimo fulmine. Ne basta uno piccolo, piccolo proprio qui, a centro palco. Ma mai, mai che le mie suppliche vengano ascoltate, no? Non è vero?


Ma la sua agognata promozione alla Sede centrale la riporta con i piedi per terra, e qui non è così semplice ringraziare e filarsela, come aveva fatto per la fiera, no qui c'è in ballo il suo futuro. Ed è sicura di voler abbandonare Ethan? Senza nemmeno salutarlo?


Bellissimo

Sexy


La canzone perfetta è:
  • BLANK SPACE – Taylor Swift




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