Eccomi qua, eccitata di parlarvi del prossimo romanzo della grande e inimitabile Cecile Bertod, una delle migliori.
Si tratta della serie Tutto, ma non il mio tailleur.
Vi presento in ordine, sia la novella che lo precede in uscita a Dicembre 2015 su tutti gli store ebook, Nessuno tranne te e Tutto, ma non il mio tailleur, uscita ufficiale in libreria, poiché all'inizio è uscito in Self-Publishing.
Are you ready, baby?
Ringrazio il blog Crazy For Romance
Tre parole per descrivermi?
Realizzata.
Professionale.
Consapevole".
Si tratta della serie Tutto, ma non il mio tailleur.
Vi presento in ordine, sia la novella che lo precede in uscita a Dicembre 2015 su tutti gli store ebook, Nessuno tranne te e Tutto, ma non il mio tailleur, uscita ufficiale in libreria, poiché all'inizio è uscito in Self-Publishing.
Are you ready, baby?
Ringrazio il blog Crazy For Romance
Innanzitutto posterò un estratto, ma procediamo per ordine...
TITOLO:
Nessuno,
tranne te
AUTORE: Cecile
Bertod
SERIE: Serie Tutto, ma non il mio Tailleur
SERIE: Serie Tutto, ma non il mio Tailleur
0.5
Nessuno, tranne te, Dicembre 2015
1. Tutto, ma non il mio Tailleur, 2016
1. Tutto, ma non il mio Tailleur, 2016
GENERE:
Romace
CASA
EDITRICE: Self-Publishing
DATA
USCITA: Dicembre 2015
PAGINE:
PREZZO:
SINOSSI:
La
trama di questa trama per lo più parla dei due protagonisti del
romanzo Tutto, ma non il mio tailleur impegnati nello loro vite prima
che i due destini si incrocino, in modo che la storia si evolva nel
primo libro, ma almeno abbiamo delle fondamenta.
Diciamo
è piccolo regalino dell'autrice in attesa che la Newton Compton
pubblichi la versione cartacea.
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Prefazione
Comincio
col dire che sono onorata di poter scrivere questa prefazione, e che
non sarà troppo lunga. Voglio dire, sicuramente avrete fretta di
cominciare il romanzo.
Di
certo sarò un po’ di parte, ma vi garantisco che cercherò di
essere il più obiettiva possibile; il fatto è che se il romanzo è
bello, è bello, io non posso farci niente.
Questo
naturalmente non è il primo romanzo di Cecile Bertod che ho letto,
ricordo ancora quando leggevo “Un’assistente ideale” convinta
fosse l’opera di una scrittrice francese, e invece la nostra
autrice qui ha sorpreso tutti con la sua vera nazionalità... cos’è?
Rumena? ;P
Comunque
dall’alto(mah) della mia conoscenza del suo lavoro, lasciatemi dire
che trovo che questo romanzo sia il più rappresentativo di Cecile
Bertod.
Sebbene
abbia adorato tutti i suoi romanzi, credo che in questo ci abbia
messo ancora più di se stessa (per sua stessa ammissione tra l’altro
U.U).
Se
cominciate questo romanzo affamate della sua grande ironia, le sue
battute acute e irriverenti, i sospiri, le risate, l’irritazione...
insomma tutta la gamma di emozioni assicurate dal marchio Bertod,
allora avete trovato pane per i vostri denti.
Questo
lavoro mantiene tutte le promesse del genere e le sue amanti, come
me, troveranno piena soddisfazione nella lettura; preparatevi ad
un’altra nottata (io ormai ci ho fatto l’abitudine). Ma c’è
anche di più, incredibile ma vero, fa anche riflettere, grazie
all’argomento scelto; uno sguardo sulle abitudini odierne, su come
scegliamo le nostre priorità e cosa consideriamo importante e cosa
no.
Come
muta il nostro modo di vedere le cose quando cambiamo prospettiva,
come per esempio trasferendoci dalla grande città ad un piccolo
paese; esistono tanti stili di vita diversi e a volte siamo talmente
accecati dalla frenesia dei nostri ritmi, da dimenticare cosa conta
davvero.
Questo
è quello che succede anche alla nostra protagonista, che sarà
costretta a rivoluzionare tutta la sua vita e a prendere decisioni
importanti su come vuole che sia e che alla fine potrebbe anche
cominciare a pensare che in fondo questo tailleur non sia poi così
indispensabile.
Desidero
fare un ringraziamento a Mike Shinoda, che sono sicura abbia un
grande ruolo nell’ispirazione nella nostra autrice, soprattutto nei
suoi sogni, luoghi in cui io non mi addentrerei mai e poi... lasciate
ogni speranza o voi che entrate. ;P
Mike,
dalle una possibilità, davvero. Cioè, che ne sai, potrebbe essere
la donna della tua vita, la tua anima gemella, se non provi non lo
scoprirai mai. Sei sicuro che vuoi morire con questo dubbio?
Penso
a questo punto di poter considerare il mio lavoro finito qui e non mi
resta che augurarvi buon divertimento con la lettura di questo
romanzo.
Io
so che sarà così. Patrizia PattyEsposito
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TITOLO:
Tutto,
ma non il mio Tailleur
AUTORE: Cecile
Bertod
SERIE: Serie Tutto, ma non il mio Tailleur
SERIE: Serie Tutto, ma non il mio Tailleur
0.5
Nessuno, tranne te, Dicembre 2015
1. Tutto, ma non il mio Tailleur, 2016
1. Tutto, ma non il mio Tailleur, 2016
GENERE:
Romace
CASA
EDITRICE: Newton Compton Editori
DATA
USCITA: Dicembre 2015
PAGINE:
PREZZO:
SINOSSI:
Tre parole per descrivermi?
Realizzata.
Professionale.
Consapevole".
Trudy
è a un passo dal realizzare tutti i suoi sogni. Ha finalmente la
vita che ha sempre desiderato: un lavoro stabile, una carriera
promettente, una promozione dietro l’angolo e un anello di
fidanzamento al dito che vale una fortuna. Horace è il giusto
completamento di uno stile di vita frenetico, iperattivo,
sovraeccitato dalle sfide continue di un lavoro che ama e che ha
messo ormai da anni al primo posto tra le sue priorità. Come lei,
ambisce a raggiungere una posizione di successo e dedica gran parte
del suo tempo alla sua carriera da avvocato. Per entrambi non c’è
spazio per le frivolezze, ma solo per la stabilità di un rapporto
maturo destinato a… a distruggersi a pochi giorni dal matrimonio.
Già, perché mentre tutto sembra muovere verso un lieto coronamento
di aspettative, detratte le spese del Wedding Planner e del mutuo a
tasso fisso dell’appartamentino al centro, accade qualcosa che
manda tutto in frantumi e Trudy, dal nulla, si vede costretta ad
abbandonare tutto ciò che le è più caro per ritrovarsi confinata
in uno sperdutissimo paesino della Scozia, scelta come direttrice di
una filiale sull’orlo della bancarotta. La scoperta è traumatica,
l’arrivo disastroso, il blando tentativo di ambientarsi totalmente
inutile. Niente lavanderia a gettoni, niente smog, niente
metropolitana, niente connessione wi-fii. Insomma un inferno. Per non
parlare dell’appartamento. No, ok, parliamone! Aveva organizzato
ogni cosa fin nei minimi dettagli: colf, connessione, allaccio del
gas. Tutto pronto, perfetto, impeccabile, ma quando arriva saltano le
tubature e si trova costretta ad accettare l’ospitalità di uno di
quei perdigiorno del pub, il barista raggae che aveva provato ad
abbordarla appena arrivata. Uno di quei tizi con la fissa per gli
addominali e i bibitoni iperenergetici da pompaggio bicipiti
indiscriminato. Il destino, si sa, a volte sa essere crudele ma con
lei, davvero, sbizzarrisce tutto il suo senso dell’umorismo perché
Ethan è proprio… Ecco, lui… Lui è così… No, perché lui… E
ritengo necessario stendere un velo pietoso sul suo indecoroso stile
di vita. Illudere tutte quelle ragazzine isteriche è oltremodo
indegno. Non che a lei interessi. No, per carità. Era giusto così,
per mettere i puntini sulle i. E’ un po’ tutto in generale: non
si trova modo di scappare via da quel manicomio a cielo aperto, dalla
sede centrale tardano ad arrivare i soccorsi, in più quella stupida
lavatrice continua a fare bizze! Ci sta tutta che uno perda per un
attimo il senno e che magari si lasci trasportare dall’isteria
momentanea. Ma era… Ma quella a telefono sembrava proprio… E così
perdi per un attimo il contatto con la realtà, inizi a pestare
l’elettrodomestico ammutinato e ti ritrovi non si sa come né
perché al piano sbagliato, ma soprattutto nel letto sbagliato, con
la persona sbagliata e… E tutto si complica inesorabilmente.
Niente, è una storia davvero incasinata. Per non parlare
dell’affollamento improvviso e inaspettato di pretendenti sul
tappetino dell’ingresso. Mai visto niente del genere da quando si
era comprata quel vestitino rosso per la festa dei diciott’anni,
giuro! Beh, non voglio anticiparvi altro. Male che vada, se siete
ancora indecisi, cliccate su “anteprima” e date un’occhiata
all’inizio della storia. Un unico avviso: i personaggi di questo
libro sono tutti particolarmente suscettibili e, come direbbe mia
madre, “caratteriali”, che ho sempre sospettato nascondesse
aggettivi molto meno diplomatici, anche se non ne ho mai avuto una
piena conferma.
Altro?
Ah, sì, grazie a tutte le persone che mi hanno permesso di arrivare
alla fine di questo libro senza impazzire e grazie a tutti quelli che
lo leggeranno, a prescindere da qualsiasi sia la valutazione finale e
un grazie di cuore a Patty per la sua prefazione.
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ESTRATTO
Tutto
ma non il mio Tailleur
«Sono
in pausa», mi risponde, mandando giù un paio di patatine.
«E
non hai nessun altro da importunare?»
«Ci
sarebbe Bart, ma la moglie l’ha cacciato di casa e non voglio che
mi chieda di ospitarlo per la notte».
Rassegnata
a dovermi sorbire la sua snervante compagnia fino all’arrivo di
Morgan, affondo anch’io le dita nei salatini e commento a mezza
bocca: «Mi spiace deluderti, ma con me non corri questo rischio».
«A
no? So essere molto accogliente!» e, da come mi guarda, credo sarà
difficile convincerlo del contrario.
«Ti
butta male», provo ugualmente, masticando rumorosamente una manciata
di arachidi.
«Perché?»,
insiste lui di rimando.
«Perché
non hai nulla da offrirmi che non abbia già visto, provato, valutato
e catalogato sotto la “D” di “Dove avrò messo le chiavi della
macchina?”»
«E
se fossi io a non essere interessato?»
«Non
saresti qui a cercare di corrompermi con una ridicola vaschetta di
salatini stantii».
«Ti
andrebbe un hot-dog?» e sembra faticare parecchio per non scoppiare
a ridere.
Fantastico!
Mi mancava un po’ di intrattenimento. Grazie Dio. Me ne ricorderò
la prossima volta in chiesa al momento delle offerte.
«È
così difficile convincersi che la promessa di un’oretta da
trascorrere in un monolocale che puzza di birra con uno sconosciuto
che neanche sa il mio nome non sia poi così allettante?»
«Non
saprei. Non mi è mai capitato».
«Di
finire in un monolocale che puzza di birra?»
«Che
durasse solo un’ora», mi corregge, lasciando spuntare nuovamente
quel sorriso che…
«Che
infinita tristezza!», commento, sfilando una banconota dal
portafogli per passargliela. «Immagino la fase successiva sia
batterti il petto a pugni chiusi, sgolandoti come un orango in amore.
Resterei a godermi la scena, ma il mio accompagnatore è arrivato e
non intendo privare il genere femminile di un così virile
rappresentante della specie. Ottimo caffè. Il resto mancia. Buona
serata» e mi allontano verso la porta, dove riconosco l’impiegato
in un ragazzo sulla ventina che fatica a chiudere l’ombrello mentre
mi cerca nella sala con espressione incerta.
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