giovedì 5 novembre 2015

THURSDAY... OF WORDS: To look inside by Vidhya Meoni



Amanda si sedette lentamente. Era stanca. La sedia non era neppure comoda, ma non le importava in quel momento. Aveva bisogno di riprendere fiato. Non c'era nessuno, lo sentiva. Poteva starsene in santa pace tutto il pomeriggio e godersi la tranquillità della mensa, che nel pomeriggio era sempre vuota. Si infilò gli auricolari nelle orecchie e premette un tasto sul cellulare.
La musica partì e Amanda venne trasportata in un'altra dimensione, formato solo da note, corde vocali sussurrate e ritmi impossibili. Era stanca, chiuse gli occhi e tutto divenne caotico, i suoni si scontravano tra di loro in un gioco strano, armonioso. Non c'era niente di perfetto al mondo, ma per Amanda quel pomeriggio si avvicinò ad un'ipotetica idea di perfezione. Ma cosa poteva dire lei, non era in grado di giudicare il mondo esterno, conosceva solo la musica che la trasportava sulle ali dell'inimmaginabile in luoghi suoi e soltanto suoi.  

Ben corse dentro la mensa, era in ritardo, il coach sarebbe stato furioso. L'avrebbe certamente squalificato per la partita successiva che guarda caso era anche la finale di campionato, e non poteva certo mancare lui. Il cestista più ammirato in tutto lo stato. Doveva esserci, era il momento per vincere una borsa di studio, il trampolino di lancio.Aprì le porte mandando a sbattere le ante con una forza tale che credette di averle distrutte.Una ragazza, dai capelli corvini era seduta in fondo, gli dava le spalle. Non si era accorta di nulla.Ben la aggirò per andare a prendere la borsa delle scarpe di ricambio, che quel simpaticone di Mike gli aveva nascosto, e prima di girare e andarsene si accorse che era Amanda e  aveva le cuffie, teneva gli occhi chiusi e teneva un ritmo con il piede.Non si era accorta di nulla. Ben rimase un attimo ad osservarla, a vedere la linea del suo naso che finiva in due labbra sporgenti, rosa e tonde. I suoi capelli scendevano morbidi sulle spalle.Rimase folgorato da quell'immagine.Era bellissimo, cavolo.Se ne andò silenziosamente per non tradire la sua presenza, ma si ripromise di andarla a cercare a fine allenamento. Non poteva farcela senza aiuto. Aveva il bastone, ma un braccio sarebbe stato l'ideale. Un braccio forte e possente come il suo l'avrebbe salvata dalle buche nascoste.Lui l'avrebbe aiutata. Non solo perché era bellissima, ma era buona gentile e sorrideva e ti guardava dentro come nessun'altro, come se percepisse la tua anima, anche se i suoi occhi non potevano vedere il resto.

Vidhya Meoni

Sono molto soddisfatta di questo scritto, davvero. Spero vi piaccia!

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