domenica 22 novembre 2015

TU MI CERCHERAI by Emma Chase RECENSIONE

Ho deciso di recensirvi la SERIE TANGLED di Emma Chase.
Il Quarto e ultimo capitolo è TU MI CERCHERAI.









TITOLO:  TU MI CERCHERAI,Tied
AUTORE: Emma Chase
SERIE:
 
SERIE TANGLED

#1 NON CERCARMI MAI PIU',Tangled, 28 novembre 2013
#1,5 DIMMI DI SI',Holy Frigging Matrimony, 4 marzo 2014
#2 CERCAMI ANCORA,Twisted, 5 giugno 2014
#3 IO TI CERCHERO',Tamed, 30 luglio 2014
#4 TU MI CERCHERAI,Tied, 19 marzo 2015

GENERE: Narrativa, Romance
CASA EDITRICE: Newton Compton Editori
DATA USCITA: 19 Marzo 2015
PAGINE: 288
PREZZO:  4,99 € kindle // € flessibile // 8,42 € rigida


SINOSSI:
Il giorno è finalmente arrivato e l'uomo che nessuno si aspettava si sarebbe mai legato in matrimonio, Drew Evans, sta per sposare l'amore della sua vita, Kate. E, tenetevi forte, hanno deciso di celebrare i loro party di addio al celibato e al nubilato entrambi a Las Vegas. Perché quella faccia? Cosa dovrebbe succedere dopotutto che ancora non è accaduto? Che cosa potrebbe andare storto? Conoscendo i nostri due... quasi tutto! In vero stile Drew e Kate, i malintesi sono gli ospiti d'onore ai loro festeggiamenti e ci sarà solo da vedere se riusciranno o meno ad arrivare tutti interi al giorno del fatidico sì.



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La maggior parte degli uomini non passa molto tempo a fantasticare sul proprio matrimonio, non c’è bisogno che ve lo dica. Ma questo non è un matrimonio. Questo è un evento epocale. Rivoluzionario. Perché per quasi tutta la mia vita non ho neanche lontanamente accarezzato l’idea di finire qui.
Diciamoci la verità, non era quello che volevo. Ricordate?
Kate, però, ha fatto l’impossibile. Ha cambiato tutto, mi ha cambiato. Credo che non protesterete se dico che prima ero un fico pazzesco… ma adesso, be’, sono persino meglio.
Il percorso per arrivare sin qui non è stato però tutto rose ed erezioni. Ci sono stati degli intoppi – degli errori – e delle incomprensioni degne di una cazzo di tragedia greca. Ma l’inesauribile desiderio, l’ammirazione sconfinata e l’amore infinito che proviamo l’uno per l’altra sono rimasti intatti in mezzo a tutte queste difficoltà.

Ahahahah rido già al pensiero, perchè Drew in versione papà credo sia uno dei motivi per cui ho letto il libro, e ragazzi fatemelo dire è fantastico!!!!
È la nostra regola d’oro. Il nostro primo comandamento: non svegliare il bambino, cazzo.
Lo ripeterò, nel caso vi foste distratti: NON SVEGLIARE IL BAMBINO, CAZZO.
Intendo dire… mai.
Ancora non avete capito? Allora è segno che non avete figli. Vedete, i bambini sono meravigliosi. Adorabili. Angelici. Soprattutto quando dormono. Ma se vengono disturbati nel bel mezzo del sonno… diventano mostri. Bestioline irritabili e rabbiose, che somigliano in modo impressionante a dei gremlin a cui venga dato da mangiare dopo mezzanotte.
E l’amara verità è che, anche quando sono ben riposati, i bambini rimangono piuttosto egoisti. Egocentrici ed esigenti. A loro non interessa cosa stavate facendo prima che avessero bisogno di voi, o cosa ancora più importante, chi vi stavate facendo. Si interessano solo di loro stessi. Loro sono affamati. Loro sono bagnati. Loro vogliono che li prendiate in braccio perché si sono stufati della vista offerta dalla culla.

E come questi molti altri momenti, tipo...

«Ora capisco, sai. Capisco perché sei così infelice. Un minuto prima stai fluttuando nel liquido amniotico – è così buio, caldo e tranquillo – e il minuto dopo ti ritrovi a congelare con tutte quelle luci accecanti e uno stronzo che ti punzecchia i talloni con un ago. Il tuo mondo è stato messo totalmente a soqquadro».
La marea di lacrime comincia a ritirarsi. Anche se piagnucola ancora di tanto in tanto, per la maggior parte del tempo i suoi enormi occhi castani mantengono il contatto con i miei, interessati a quello che sto dicendo. So che la teoria generalmente riconosciuta è che in questo stadio della loro vita i bambini non possono capire il linguaggio, ma, proprio come gli uomini che cercano di sfuggire agli obblighi domestici, credo che capiscano più di quanto vogliano lasciar intendere.
«Mi sono sentito nello stesso modo quando ho conosciuto tua madre. Io ero lì, tutto procedeva senza intoppi, e cercavo di godermi al massimo la mia vita fantastica, poi è arrivata lei e ha mandato tutto all'aria. Non sapevo come sarebbe finita, con il lavoro, con i sabato sera. È meglio rimandare questo discorso a un altro momento, ma è vero quel che dicono: si passano nove mesi a cercare di uscire, e poi il resto della vita a cercare in ogni modo di tornare dentro».
Ridacchio alla mia stessa battuta. «Forse non vuoi sentirmi dire queste cose, ma tua mamma è meravigliosa, il culo più bello su cui abbia mai messo gli occhi. E nonostante questo, la mia vita di prima mi piaceva davvero e non riuscivo a immaginare niente di meglio. Ma mi sbagliavo, James… Innamorarmi di lei, guadagnarmi la sua fiducia, mettere al mondo te sono le cose migliori che io abbia mai fatto».
Non sta più piangendo, si limita a guardarmi attento. «Adattarsi può essere dura… ma ne vale la pena. Quindi potresti darci tregua, per favore? Ti amiamo immensamente. Non aspetto altro che farti vedere quanto cazzo è bella la vita fuori da qui. E non devi essere spaventato, perché sarai sempre al caldo e ben nutrito. E ti prometto che non ti succederà mai, mai niente di male».

Beh per non parlare di...

Molte delle cose che gli piacciono o meno rispecchiano le mie. Odia i broccoli. Le telecroniste sportive gli danno sui nervi. E disprezza il pattinaggio di figura in televisione. Ma adora la voce di Kate.
Ah, e le sue tette. Vedete come si piega per sfregarci la testa? Gode della loro simmetrica morbidezza, soffice come un cuscino.
Gli do un colpetto sulla spalla. «Ehi tu, abbiamo superato questa fase… erano solo in prestito. Ormai sei fuori dai giochi».
Kate l’ha allattato al seno per tutto il primo anno. Lo svezzamento è stato un inferno.
Non che biasimi il ragazzo. Se Kate mi avesse detto che le sue tette perfette erano offlimit… avrei fatto anch’io delle scenate.
Il faccino di James si accartoccia, come quello di Damien in Omen – Il presagio. Si aggrappa alle spalle di Kate con entrambe le mani e urla: «Mia. È la mia mamma!».
La avvicino ancora un po’ a me. «Tecnicamente, appartiene a entrambi, piccolo. Possiamo condividerla. Ma questo…». Indico il seno di Kate. «Questo è mio». Alza il volume. «No. È mio!».
Sigmund Freud avrebbe trovato pane per i suoi denti in questa casa.
Scuoto la testa. «Non credo».
«È la mia mamma!».
Cimentarsi in una gara a chi strilla di più contro un bambino di due anni non è una buona idea. È una battaglia persa in partenza.
Kate mi dà una spinta sul petto. «Smettila di stuzzicarlo. E vai a farti la doccia… faremo tardi».
Le bacio la fronte. Poi, dietro di lei, indico me stesso e muovo la bocca per dire a James: «Mia».
Mi fa una pernacchia. Furbetto.


Beh, la storia si svolge più o meno tutta a Las Vegas e il bello di questa storia è che vediamo un'altra coppia, Alexandra e Steven e tutti pronti a dare loro un aiuto...


INDIMENTICABILE

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